RICOGNIZIONE: LA CRONACA
Ritrovo alla casa delle farfalle di Bordano, ore 9:30, o quasi. Fuligno non si smentisce e arriva in ritardo. Partenza quindi posticipata.
Presenti: Il Barba, arrivato in anticipo come al solito, io, S G N E C K, Luca Fuligno e Michele Pierasco, convocato per l'occasione.
Appena partiti, la presenza di due gallerie, una rotonda e due svolte a sinistra ci hanno subito convito sulla necessità di affrontare in gara il primo tratto ad andatura turistica. Il via volante sarà dato in corrispondenza dell'immissione sulla strada dedicata ad Ottavio Bottecchia. Questa presenta lungo il suo sviluppo il monumento in memoria del ciclista friulano, breve sosta. Subito dopo comincia un continuo saliscendi non tanto impegnativo ma che spezza il fiato. La strada poi costeggia il versante roccioso e diventa davvero suggestiva, culminando con uno strappetto proprio accanto al lago di cornino (vedi figura) che ha stupito tutti per la sua bellezza e per il colore delle sue acque. Breve discesa e quindi "svolta a destra e comincia la salita". Attraversiamo l'abitato di Cornino con un primo strappo decisamente ripido ma breve. Segue poi un lunghissimo falsopiano che porta a Forgaria. Questo potrebbe essere determinante quanto lo è stato quello della Gorizia-Lockve. A Forgaria, l'ennesima svolta a destra promette tempi cupi, la strada si impenna. Dopo un tornante strettissimo, si susseguono tratti ripidi a tratti in falso piano fino all'abitato di S. Rocco dove le pendenze si fanno più aspre. La bella giornata ci premia con panorami sul Tagliamento e sulla pianura davvero incantevoli. Ma si sale, si fatica, si suda. Fa decisamente caldo e la strada è esposta. A Giugno potrebbe essere un problema. La strada non da più respiro. Le pendenze non sono esorbitanti ma la strada non spiana mai. Parecchi tornanti però permettono di fare il giro largo e rilanciare l'andatura. Finalmente il cartello Monte Prat. Quindi è finita? Niente di più sbagliato, mancheranno un paio di chilometri, inesorabili, con un paio di drittoni che ti privano delle forze residue. Il paesaggio però, nonostante non ci siano aperture verso la pianura, resta incantevole. Boschi e prati di un verde freschissimo. Si chiamerà Monte Prat per qualcosa no? Si scollina, si scende verso il ristorante dove è posto l'arrivo. Traguardo.
Pranzo a base di formaggio, salame e polenta. E chi si alza più? Niente vino, la discesa richiede lucidità. Decidiamo di scollinare a Cuel di Forchia (altri 100 m di dislivello e scendere per l'altro versante). I 100 m si rivelano essere di più. Sembra cominciare la discesa ed invece poi si sale recuperando quota. Mmm, forse dovevo mangiare meno... gambe legnose. Ma il paesaggio è bellissimo e vien voglia di allungare un po' la tappa ed arrivare un po' più in su.
Finalmente si scende.
Discesa tremenda: asfalto rovinato e sporco strada stretta e macchine che salgono. Dulcis in fundo un cantiere dove deve esserci stata una frana. Dopo la discesa l'ultimo tratto di pianura. Il Barba corroborato dal formaggio fuso tira ancora. Dietro in fila indiana si soffre sugli ultimi chilometri.
Beautifull ha scelto proprio un bel percorso.